| CRACOVIA - In Spagna si chiama pasteleo. Traduzione facile: biscotto. I tifosi lo conoscono e in pochi lo apprezzano, come testimoniato dai sondaggi dei quotidiani di Madrid. Lo conosce e non lo apprezza neppure Vicente del Bosque, il ct delle Furie Rosse. Al termine della partita di Danzica contro l’Irlanda, del Bosque è stato categorico. «Il pubblico irlandese ci ha dato un esempio di ciò che significa fare onore al calcio. I tifosi non hanno mai smesso di incoraggiare la loro squadra, anche con quattro gol sulle spalle. Anche noi spagnoli abbiamo spirito sportivo e contro la Croazia non cercheremo che la vittoria», le sue parole.
Dichiarazioni di ugual tenore da parte di Iker Casillas. «Garantisco io che sono il capitano: la Spagna giocherà per vincere anche contro la Croazia», il suo virgolettato.
Gli fa eco Fernando Torres. «Non faremo alcuna speculazione sul risultato: giocheremo, come sempre, per vincere».
Facile immaginare che, conoscendo la cultura e la recente storia calcistica della Spagna, il ct e i suoi giocatori non bluffavano: campione d’Europa nel 2008 e del mondo due anni più tardi, la Spagna ha rivoluzionato il concetto di nazionale. Da quando c’è del Bosque sulla sua panchina, la Roja, sfruttando anche l’immensa qualità di quelli del Barcellona e del Real Madrid, punta forte sul gioco. E le sue vittorie, sia in Austria-Svizzera che in Sud Africa, sono arrivate attraverso una manovra ragionata, mai per casualità o sfruttando sistematicamente gli episodi.
Ecco perché in vista della partita di lunedì contro la Crozia, il dubbio che la Spagna non giochi a pallone non esiste. Perché lì sono abituati così, al di là dei nomi degli interpreti. Ipotizzando, ad esempio, che del Bosque faccia riposare qualche titolare (Busquets non sta benissimo, ad esempio: escluse fratture, però), le “riserve” si chiamano Pedro, Mata, Llorente, Valdes, Negredo o Jesus Navas tanto per dirne alcuni. Cioè, giocatori di altissima affidabilità che stanno fuori solo perché davanti a loro ci sono fenomeni o campioni assoluti. In più, converrebbe alla Spagna esporsi (eventualmente) ad una figuraccia di proporzioni mondiali, con il rischio di mandare a monte un sacco di contratti di ricchissimi sponsor?
Quelli della Croazia, a parole, sembrano in linea con gli spagnoli. Ma quale biscotto, biskvit a Zagabria? Vietate anche le semplici insinuazioni. «Accordi con la Spagna? Sono pure stupidaggini, noi guardiamo solo a noi stessi e tenteremo di vincere, così qualsiasi allusione o combinazione sarà inutile», il parere di Luka Modric. «Gli italiani sono fatti così, hanno sempre paura di qualcosa», la chiosa del fantasista.
Meno diplomatico, e più severo, il difensore Vedran Corluka, riprendendo alcune frasi di Buffon sull’argomento. «Mi sembra che siano altri ad avere problemi con le partite truccate: Buffon farebbe meglio a guardare nel suo orto e a stare zitto». E il capitano Dario Srna non gli è da meno. «Se a Buffon piace scommettere sulle partite, non significa che piace anche a noi. Non credo, però, che abbia veramente pensato a una partita combinata con la Spagna. Probabilmente scherzava». Probabilmente no.
oh teneri Croati, spero solo che vi venga una diarrea che vi costringa a stare due/tre giorni sul gabinetto e che la Spagna vi distrugga amorevolmente.
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